michele maioli
Michele Maioli


RACCONTI




L'ANGEL0 CADUTO


Roberto Ferri- L'Angelo Caduto, olio su tela - 2011

L'ANGEL0 CADUTO

Certo non avrebbe dovuto volare in quei cieli da solo, certo non in quel momento, non con quel fardello, ma quell'angelo era sempre stato curioso e imprevedibile, aveva sempre avuto il gusto di andare anche oltre quello che era pericoloso fare, cosi' da solo sorvolava quel luogo maledetto, semplicemente perche' era la strada piu' corta, semplicemente perche' la sua incoscienza di giovinetto spesso prendeva il sopravvento, e perche' cosi' quella missione facile e noiosa poteva prendere un po' di sapore. Quindi sorvolo' il luogo dove cominciava il dolore dei dannati, la sventura, la bolgia infernale, stava infatti sorvolando l'Inferno quando successe quello che era prevedibile anche se evitabile che succedesse: fu colpito.

Cadde, colpito duramente, cadde senza battere ala proprio nell'entrata dell'Inferno e lo percorse tutto, evitando di sentirne il fetore, di vedere i diavoli dannati che facevano il loro lavoro e si giravano incuriositi, a velocita' altissima infine si schianto' sul fondo, e la caduta fu cosi' dura che solo la sua corazza di angelo lo salvo' dalla distruzione.

A niente erano serviti gli avvertimenti che gli avevano insegnato, ormai giaceva li', immobile, preda di chiunque, di qualsiasi diavolaccio fosse passato da quelle parti, fosse stato anche il piu' piccolo e insignificante in quel momento lo avrebbe potuto finire. E non tardo' molto che non uno ma molti diavoli giunsero sul luogo, prima atterriti, si fermarono in lontananza, attirati da quel bagliore che emanava e che rischiarava l'Inferno immerso nella sua coltre nera, poi presero coraggio e si avvicinarono con sospetto, ricordando che anche un solo angelo poteva farne fuori molti prima di cadere nelle grinfie dei diavoli, che certo li' erano migliaia.

Volevano ovviamente finirlo, distruggerlo, poi mangiarlo e banchettando con le sue carni terse avrebbero festeggiato la loro vittoria, ma non ci riuscivano, la luce paradisiaca che emanava era cosi' forte che quando i diavoli si avvicinavano perdevano ogni intenzione bellicosa, incantati dal candore che certo nel fondo dell'Inferno era come una luce incandescente diritta negli occhi. Cosi' poco a poco, qualcuno di questi residui del male riusci' ad abituarsi, ad avanzare di qualche metro e piu' degli altri le diavolesse sembravano un po' meno colpite dal potere dell'angelo caduto tanto che dopo alcune ore una di loro riusci' perfino a toccarlo. Non senza sorpresa si vide cambiare la pelle, e il suo corpo divenne chiaro, si raddrizzo' e il suo viso si distese, tanto che tutti gli altri indietreggiarono per lo stupore. Il potere angelico stava infatti attecchendo perfino sulla diavolessa e questo impauri' non poco tutti gli altri, ma allo stesso tempo li incuriosi' e alla fine anche loro iniziarono a godere di questi strani , benefici influssi. Fu cosi' che l'angelo non fu mangiato.

Fu invece trasportato in un posto sicuro, osservato e preservato. Fu la prima diavolessa che l'aveva toccato che se ne prese cura, semplicemente scacciando chi si avvicinava troppo perche', si sa, gli angeli non mangiano e non si curano, l'influsso celestiale provvede a tutto.

Cosi' ben presto l'angelo rinvenne, apri' gli occhi e con uno sguardo da bambino incuriosito si guardo' intorno, e vide facce nere, contorte, corna, code, schiene piegate sotto il peso dei peccati, unghie sporche, occhi infuocati e assassini ma lui continuava a sorridere, come in preda ad una fantasia fanciullesca. Forse anche perche' vedeva i diavoli impauriti e ritrarsi, loro si' consci del suo potere. Fu cosi' che ben presto i diavoli capirono il perche' di tanto sorridere dell'angelo: cadendo il colpo era stato cosi' forte che gli aveva fatto perdere la memoria e adesso per la prima volta vedeva il mondo senza sapere che cosa fosse, cosa fosse un diavolo o un angelo. I diavoli se ne accorsero e lasciarono che la diavolessa se ne occupasse mentre si riunivano per decidere come affrontare questo strano caso che gli si era presentato.

L'angelo aveva un'ala rotta, fu chiaro anche che non avrebbe volato piu', sarebbe rimasto per il resto dei suoi giorni all'Inferno, ignaro di chi e che cosa fosse, alla merce' dei suoi nemici che a dire la verita', assuefatti dal suo strano benefico effetto, non avevano piu' nessuna voglia di mangiarlo.

Fu cosi' che il giovane angelo crebbe, all'Inferno, senza mai piu' vedere luce, senza mai sapere che esisteva una luce, se non quella che sempre piu', col passare degli anni si affievoliva e che senza nemmeno accorgersene emanava lui. Nel buio totale dell'Inferno infatti la sua essenza celestiale risplendeva ma non solo, faceva risplendere anche i diavoli che gli si avvicinavano e questo ai diavoli piaceva molto, soprattutto alle diavolesse che si ritrovavano pregne di odori fragranti, corpi sodi, capelli di seta per il tempo che l'effetto benefico dell'angelo durava.

Ma come fare per gestire questa fortuna inaspettata capitata proprio a loro, i piu' luridi e sanguinari diavoli dell'Inferno? Decisero che non avrebbero mai detto la verita' all'angelo caduto, che al contrario, da buoni diavoli lo avrebbero convinto che lui, poverello, era un diavolo difettoso e che loro, di malavoglia, si preoccupavano anche per lui che non poteva nemmeno volare e soprattutto lo nascosero agli altri diavoli dei piani superiori. Cosi' il povero angelo crebbe, con il suo sorriso stampato in volto, in cerca di amicizie e di qualcosa che potesse soddisfare la sua curiosita' e nessuno oso' mai toccarlo, tanta era la paura che avevano, quante le bugie che gli raccontavano. Solo la diavolessa che l'aveva per prima toccato gli si avvicinava, ormai abituata alla sua presenza e ormai affezionatacisi, guidata dal suo potere angelico.

Passarono gli anni ma mai i diavoli rivelarono all'angelo quali torture ogni secondo riservavano ai dannati, anzi, mai gliene fecero vedere uno, mai si mostrarono davanti a lui per quello che erano, mai mangiarono bambini vivi rubati agli umani in sua presenza, mai litigarono fino a staccarsi brandelli di carne a morsi gli uni con gli altri davanti a lui, perche' questo avrebbe fatto cadere il loro castello di menzogne e forse risvegliato lo spirito guerriero dell'angelo che anche se ferito ne avrebbe potuti distruggere a frotte prima di cadere.

Il segreto di quel buco sperduto nel fondo dell'Inferno fu mantenuto e in verita', quel luogo divenne se si puo' dire, un piccolo paradiso, dove ogni diavolo poteva, assaporare il gusto di divenire un po' angelico per il tempo che restava in presenza dell'angelo caduto e poco piu', ma certo questo bastava a quei diavoli per sentirsi i piu' fortunati di tutto l'Inferno.

Infine la luce che sempre piu' diveniva tenue intorno all'angelo scomparve, consumata prematuramente nel tentativo di sopraffare il lordume che aveva intorno, e l'angelo rimase li' disteso, mentre il suo corpo fatto in realta' di luce compressa, piano, piano si dissolveva. Piansero i diavoli, pianse la fedele diavola, pianse come piangono i diavoli, sguaiata, urlante, staccandosi brandelli di carne, sua e di chi aveva vicino, poi si ricordo' del cucciolo e ormai privata di qualsiasi luce angelica e di pensieri paradisiaci, si avvio' a prenderselo per mangiarlo.

Il fardello era li', dove lo aveva sempre tenuto, in quell'antro a cui nessuno accedeva perche' nessuno sapeva che ci fosse. Lei lo aveva preso quando si era per prima avvicinata all'angelo caduto, quell'angelo che con il suo corpo nell'ultimo atto disperato di tener fede alla sua missione lo aveva protetto dall'impatto con tutte le sue forze. Subito la diavola, lo aveva notato e tra il bagliore che ancora accecava tutti gli altri diavoli, se lo era nascosto addosso, forse gia' satura di benefici influssi angelici, forse avida di volerlo tutto per se', fatto sta che portato l'angelo in un luogo opportuno, da sola lei aveva tenuto nascosto il piccolo fardello fino ad oggi, quando senza che nessuno lo avesse conosciuto mai, gia' camminava dritto.

Appena lo vide li', in piedi, con quel sorriso ingenuo in volto e le ali spiegate che anche sotto lo sporco dell'Inferno emanavano luce fortissima, ogni proposito malvagio spari' dalla sua mente e subito anche la diavola si illumino' in viso, e le sue membra si rilassarono, le sue ferite si sanarono, il suo corpo si raddrizzo' i suoi capelli cominciarono a profumare di fragranza mai sentite in quel luogo. L'aura angelica l'aveva contaminata, allora prese il piccolo angelo per mano per portarlo agli altri diavoli, incoraggiandolo con sorrisi e parole dolci.

Una luce, quella luce che conoscevano bene fu la prima cosa che videro i diavoli ancora radunati in quel buco dell'Inferno dimenticato certo da Dio ma anche dagli altri diavoli, tanto era inutile e fetido. Dentro al bagliore poi scorsero la diavola, o quello in cui veniva trasformata dalla luce angelica, ma fu ovviamente il frugoletto accanto che attiro' la loro attenzione. Subito i diavoli si fregarono le mani sporche e ossute e sorrisi sgraziati si dipinsero sui loro volti, poi frasi di sfida furono lanciate al piccolo angelo quale presagio della sua fine certa, infine si lanciarono verso di lui pregustando il loro pasto migliore ma ancora, piu' si avvicinavano all'angelo e piu' rallentavano il passo, piu' le loro urla si placavano, piu' i loro occhi e i loro volti si aprivano increduli alla luce paradisiaca che li penetrava, quindi quando arrivarono al suo cospetto gia' erano cambiati e come la diavolessa, anche loro non avrebbero mai potuto pensare di fare qualcosa che non fosse il guardarlo estasiati. Poi la diavolessa parlo':

"L'angelo prima di morire ci ha fatto questo regalo, un nuovo angelo che rischiarera' il nostro Inferno, da accudire e nascondere. Come l'altro anche questo cucciolo di angelo non dovra' mai essere mostrato agli altri diavoli, ne' lui dovra' sapere chi siamo e cosa facciamo, restera' con noi qui, dove nessuno lo tocchera', al sicuro."

Tutti i diavoli di quel buco dell'Inferno dimenticato da Dio e perfino da Satana, tanto era schifoso, annuirono guardandosi tra loro mentre i loro volti prendevano fattezze piu' decenti e le loro strida divenivano piu' armoniose, e nessuno oso' mettere in discussione quello che era stato detto, mai.

Quindi l'angelo crebbe, nell'Inferno con le orecchie piene di bugie dei diavoli che servivano a renderlo abbastanza debole e incerto affinche' non si avventurasse in giro troppo lontano. Neanche lui vide mai i diavoli al lavoro nello straziare in ogni modo i dannati, e anche lui come l'angelo caduto non seppe che fuori di li' era il suo mondo, che non era un diavolo difettoso ma un angelo luminoso, nonostante quella sporca polvere nera che lo ricopriva sempre. Ma c'era una differenza tra i due angeli, il cucciolo di angelo cresceva e nonostante fosse nascosto alla luce divina, diveniva forte e con lui crescevano anche le sue ali sempre piu' grandi e vogliose di volare, fino a quando inizio' a spiccare piccoli voli, poi sempre piu' grandi.

Glia altri giovani diavoli si davano un gran da fare per circondarlo ed evitare che il suo fulgore si diffondesse in ogni dove, gli si ammassavano addosso quando volava, quindi lui stanco ritornava giu'. Ma sempre provava a volare piu' in alto e sempre i diavoli lo nascondevano con il loro sbatter di fetide ali al resto dell'Inferno.

Gli anni passavano e quel brutto angolo del creato che era cosi' disprezzabile anche per gli abitanti dell'Inferno tanto che non aveva nemmeno un nume, piano piano si trasformava, la luce del cucciolo di angelo lo permeava e vi si manteneva anche quando lui era passato. Qualcosa comincio' a cambiare, i diavoli non erano piu' cosi' brutti, storti e puzzolenti, le loro conversazioni erano piu' tranquille e rilassate, perfino i dannati si accorsero che i loro aguzzini stavano cambiando: non gli straziavano piu' la carne lentamente per aumentarne il dolore con il ghigno malefico in volto, ma di malavoglia, ne sollevavano un pezzo, poi lo lasciavano cadere dandogli al limite qualche morso giusto per gradire e non buttare via il cibo, e anche se li squartavano, non si fermavano a mangiargli le interiora mentre osservavano i visi distrutti dall'orrore, e quando li arrostivano, non stavano continuamente a rintuzzare il fuoco affinche' i dannati bruciassero sempre bene, invece, li guardavano distrattamente penzolare sopra le ceneri quasi spente e a volte erano i dannati stessi a chiedergli di portare altra legna perche' cominciavano a sentire freddo.

L'emanazione della grazia divina dal cucciolo di angelo era cosi' forte che impregnava le ali e la pelle dei diavoli a tal punto che questi cominciarono a pensare di poter raggiungere i piani piu' alti, dove la luce solare iniziava a filtrare e magari di poter uscire dall'Inferno in pieno giorno! Cosa che potevano fare solo di notte. Allora alcuni diavoli cominciarono a frequentarlo solo per assorbirne la luce e poi provavano a volare piu' in alto possibile, ma sempre ricadevano giu' ai primi bagliori filtranti del sole.

Insomma, quel minuscolo, sconosciuto angolo dell'Inferno si stava lentamente, non dico trasformando in un paradiso ma in un qualcosa di molto strano...

E il cucciolo di angelo ancora spiccava il volo e volava sempre piu' in alto, fino a quando raggiunse la sommita' dell'entrata dell'Inferno, dove i raggi del sole iniziavano a penetrare e li', mentre i diavoli che lo circondavano arretravano perche' indeboliti dal chiarore, l'angelo si sentiva piu' forte e andava avanti, ancora avanti fino a quando si ritrovo' fuori, nel cielo chiarissimo.

Resto' sospeso, mentre sbatteva le ali con gli occhi socchiusi , tanto era abbagliato nel vedere la luce vera per la prima volta, ma subito i suoi occhi si adattarono al nuovo mondo e cercarono intorno qualcuno, qualcosa, ma quale diavolo poteva resistere a tanto bagliore? Quindi si allontano', vide foreste, laghi, monti, poi quegli strani cubi grigi colorati sopra di rosso, e quelle brutte strisce sempre grigie che spaccavano campi, montagne, colline dove scatolette colorate andavano veloci chi sa dove e perche'. In verita' non si allontano' poi molto ma basto' affinche' qualcuno del nuovo mondo si accorgesse di lui. Fu proprio mentre stava pensando di seguire una di quelle strane scatolette fumanti per vedere cosa andava a fare che si accorse di essere osservato.

Si volto' e li vide: quattro personaggi, anche loro sospesi nel cielo con grandi e possenti ali luminosissime tanto da sembrare quattro soli, che lo guardavano incuriositi, allarmati? Esterefatti...E anche il cucciolo di angelo li guardo' fino a quando uno di loro titubante parlo':

"Chi sei?"

E il cucciolo di angelo rispose:

"Sono un diavolo e tu chi sei?"

"Un diavolo? Tu un diavolo? Sei certo sporco come un diavolo ma non hai le loro alette ridicole, ne' puzzi come loro, e perfino sotto quella polvere nera si vede che emani la luce del paradiso. Quindi che cosa sei?"

E il cucciolo di angelo rispose ancora:

"Lo so che come diavolo non sono un gran che', le mie ali non solo belle come quelle degli altri e non faccio paura come loro ma sono sempre un diavolo e terribile!"

A queste parole uno degli angeli non pote' trattenere le risa e tra i sogghigni disse:

"Tu sei la cosa piu' strana che io abbia mai visto ma di certo non sei un diavolo, chi ti ha detto questo?"

Il cucciolo di angelo guardo' verso l'entrata dell'inferno sotto di loro con aria smarrita, tutta la sua esistenza veniva messa in discussione dai quattro esseri di luce e in fondo lui, sentiva che loro gli stavano dicendo la verita'.

Fu in quel momento che vide proprio sul bordo, volteggiare con grande fatica una figura a lui conosciuta: era la diavola, che saputo della sua fuga non aveva potuto trattenersi dal venirlo a cercare e con quelle alette strappate a fatica era arrivata fin sul bordo dell'Inferno, e resisteva li' alla luce che le sfigurava il volto e la mostrava per quello che era.

Lui la guardo', sgranando gli occhi e riconoscendola a stento, tanto era diversa senza che la sua luce gli addolcisse i lineamenti e accenno' a salutarla mentre il volto di lei e le sue membra sembravano consumarsi sotto il sole.

Infine lei, resasi conto che la luce della verita' la stava ormai devastando definitivamente, si ricaccio' dentro all'entrata del nero, accogliente Inferno con l'intenzione di mai piu' venirne fuori.

"Tornero', aspettami, tornero'"

Disse il cucciolo di angelo, ma subito uno degli angeli parlo' con voce di rimprovero:

"Chi e' quella diavola, cosa vuole da te ?"

"Lei e' la diavola che mi tiene sempre con se', devo tornare da lei"

"Tu non tornerai da lei mai, guardala adesso mentre il sole ti rivela il mostro che e', pensi che sia stata buona con te? Ti sbagli, solo la luce paradisiaca che emetti e che cancella ogni pensiero malvagio le ha impedito di mangiarti".

Fu allora che il cucciolo di angelo capi' quello che in realta' aveva sempre sospettato: non era un diavolo difettoso, non era affatto un diavolo, ma allora cos'era?

"Vieni piccolo angelo"

Disse uno dei celesti.

"Vieni con noi e raccontaci la tua storia, sono sicuro che avrai molte cose da dirci, e speriamo che prima di arrivare presso le sfere celesti tutta quella schifosa polvere satanica che hai addosso sia volata via."

Il cucciolo di angelo li segui', ogni tanto voltandosi verso il buco dell'Inferno che per lui era sempre stata la sua casa, poi non si volto' piu' e guardo' avanti, verso quella luce a cui si avvicinavano e che era sempre piu' intensa e benefica. Sentiva che era quella la sua casa.

L'Inferno da quel giorno sarebbe stato destinato a tornare nero, fetido e marcilento come lo era prima, perche' perfino in quell'unico buco malvagio dove la luce divina era arrivata per un po', non ci sarebbero stati mai piu' angeli, ma non fu cosi'.

La diavola torno', ma non era piu' lo stesso essere. Deforme, deturpata come doveva essere una diavola ma in realta' non aveva piu' l'essenza di un diavolo. I suoi occhi erano spenti, le sue zanne nascoste dall'espressione triste e vuota. L'Inferno le appariva triste certo, ma anche vuoto e inutile da quando il piccolo angelo se ne era andato, e non era la sola ad essere cosi'.

In quel buco maledetto perfino dagli altri diavoli tanto era laido e spregevole che pero' aveva visto la luce divina, gli esseri sembravano aver perso non solo la luce, ma anche la nefandezza e cattiveria che si addiceva ai demoni.

Cosi' nonostante tutto, la loro esistenza continuava senza una ragione apparente, non certo quella di torturare i dannati, che ormai se ne stavano tranquilli infilati su spiedi dalle braci quasi spente o si ricucivano le membra in attesa di nuovi squarci degli aguzzini che sempre piu' tardavano ad arrivare.

I diavoli che avevano ormai perso quello spirito malvagio di un tempo, si riunivano e parlavano di quando c'era il primo angelo, o quando c'era l'altro, il cucciolo di angelo, due periodi di grande gloria, e quasi sorridevano ricordando la loro luce e le imprese che erano riusciti a fare del tipo: arrivare al quarto girone dell'Inferno, chi diceva al quinto, chi al sesto, riuscendo grazie all'angelo a resistere alla luce filtrante; arrivare a pochi centimetri da lui; riuscire a toccare una sua piuma persa , ma soprattutto tutti si ricordavano quello strano senso di benessere e quell'assenza di dolore che noi, certo non loro, conosciamo come gioia.

Col passare del tempo le cose andarono ancora peggio, l'apatia regnava sovrana e nessuno piu' litigava, si mordeva o mordeva gli altri, nessuno piu' urlava invocando Satana, e i dannati erano in realta' condannati ad una noia eterna, spesso i diavoli si ritrovavano addirittura a conversare con loro e a scambiarsi opinioni sul come rendere piu' confortevoli certe pene.

Non c'era piu' malvagita' in quel piccolo, disgraziato buco dell'Inferno cosi' dimenticato dal resto del creato che nemmeno gli altri diavoli sapevano che esistesse.

Non c'era piu' malvagita'....In uno sperduto punto malsano dell'Inferno non c'era piu' malvagita'...E questa era una cosa veramente strana....

Inizialmente nessuno se ne accorse, poi qualche diavolo, forse di quelli piu' anziani, di quelli meno adattati alla luce degli angeli, cominciarono a notare uno strano bagliore che sembrava nascere dalla terra sotto i loro piedi. A pensarci bene poi, anche i diavoli di quel posto che perfino Satana scansava perche' pensava portasse malasorte, cominciavano a sembrare meno sudici e la loro pelle pareva che iniziasse a schiarirsi....

Fu cosi' che ad un certo punto, tutti quei diavoli si accorsero del miracolo che stava avvenendo: assieme alla loro malvagita', in quel posto stava scomparendo quella coltre nera che fin dall'inizio dei tempi ricopriva e caratterizzava tutto l'Inferno, in quell'angolino insignificante cosi' laido da far schifo perfino a Satana, stava nascendo la luce....



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Questo racconto e' frutto di fantasia, ogni riferimento a fatti, persone o altre storie e' puramente casuale.






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