michele maioli
Michele Maioli


RACCONTI




Il Cronide e' Zeus o Poseidone?


Cronide, scultura in bronzo - 480-470 a.c.

Premessa

Magnifico e' giunto fino a noi, tra la grande quantita' di capolavori dell'Arte Greca andati perduti o deturpati, intatto dall'epoca in cui l'espressione scultorea piu' apprezzata dai Greci era il bronzo.

Magnifico e' forse l'aggettivo che lo caratterizza meglio. il Cronide, imponente nei suoi due metri e nove centimetri, dall'aspetto possente e solido, fu fuso forse a Capo Artemisio, nell'isola di Eubea in Grecia, nel lontano 480-470 a.c., al tempo in cui la scultura greca, lasciato il periodo Arcaico delle forme granitiche quasi stilizzate, si avventurava verso quella fase piu' plastica che fu chiamata "Severa", per la conservazione dell'impostazione ancora rigida rispetto al periodo successivo, quello Classico.

Il bronzo non meglio identificato come "Cronide", giaceva sul fondale marino e si pensa facesse parte del carico di una nave romana affondata nel 200 a.c. che l'avrebbe dovuto portare in patria.

"Cronide" fu chiamato perche' da subito fu evidente per l'aspetto terribile, la lunga e riccioluta barba, l'aria altera, che era da ritenere raffigurazione di un Dio, appunto Giove o Poseidone, entrambi figli di Crono.

Quindi fu forse la scultura di Poseidone Dio del mare ad essere strappato dai fondali delle coste greche nel 1928 durante una travagliata operazione mai completata che costo' il tributo di una vita umana, reclamata dalle profondita' dell'abisso in cambio dell'effige del suo Dio.
Quindi quello che dovrebbe tenere nella mano pronto ad essere scagliato sarebbe stato il mortale tridente e non la scintillante saetta di Zeus, nella posizione controbilanciata dal braccio teso e saldo. Questo infatti molti studiosi hanno pensato vedendo la presa leggera, piu' adatta a lanciare il tridente in punta di dita piuttosto che la saetta, solitamente impugnata a pieno palmo come un giavellotto.
Questo ed altri misteri sono custoditi dal magnifico bronzo che tra l'altro nemmeno ha rivelato il suo autore.

Ancora scintillante, mostra il fiero petto incurante dei nostri dubbi e imperterrito, da piu' di due millenni guarda pugnace l'obbiettivo verso cui scagliare il suo fardello mortale a noi non visibile, ma comunque evidente.

Perfetto esempio dello stile "Severo", accoglie tutte le sue caratteristiche in questa posa, apparentemente semplice e composta, ma dalla tipica postura a chiasmo (X), che nell'immobilita', fa intravedere l'inizio di una movenza naturale e presenta quelle qualita' che esaltano il movimento colto, come nel "Discobolo", nella sua fulminea pausa, prima di scattare come una molla muscolare nel lancio, in questo caso, del giavellotto.

L'arroganza dell'espressione, l'accigliato sguardo, rimarcano la consapevolezza della propria anima guerriera e sorretto da una tornita muscolatura, il "Cronide" la sfoggia a monito dei suoi nemici.
Dalle forme perfette, non ingigantite dal futuro periodo scultoreo greco, ma dalla prestanza naturale, mostra la perfezione del suo modellato, innalzando lo sconosciuto suo autore a massimo conoscitore delle tecniche di lavorazione del bronzo e dell'anatomia umana.

Impossibile non notare la contrapposizione tra il corpo possente, il piglio guerriero e il modellato della mano sinistra, leggerissimo, dalle dita forse troppo sottili ed aggraziate per adempiere al gesto del mortale lancio, ma indicatrici della eterea potenza riservata agli Dei.

Fini ceselli erano stati riservati alle parti piu' delicate o rappresentative, gli occhi sarebbero stati completati da inserti in avorio e le labbra da un rivestimento di rame.

Conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, il "Cronide" e' uno dei massimi esempi espressi dalla scultura Greca.


Il Cronide e' Zeus o Poseidone ?

Forse l'imponente Cronide era gia' stato fuso nel 480 a.c, mani sapienti di artista di cui a noi non e' pervenuto il nome, lo avevano pensato, progettato, infine completato in ogni sua parte e quale Dio arcigno, in quella data lui gia' osservava i suoi figli. Ma questo non era certo il solo evento che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della Grecia di quel periodo, infatti nell'Agosto del 480 a.c., proprio nei pressi dell'isola di Eubea, fu combattuta la battaglia di Capo Artemisio, una delle tante che segnarono la Seconda Guerra Persiana.

Fu un massacro come tutte le guerre, eventi in cui un capo, in questo caso il persiano Serse I°, spinto dal solo spirito di rivincita, volle rimediare al massacro precedente della Prima Guerra Persiana, combattuta una decina di anni prima, con una nuova ondata di sangue greco e persiano.

Forse fu in mezzo a questi avvenimenti che un eccelso artista greco, coadiuvato da bravissimi aiutanti, dette sembianze umane e bronzee al Cronide, a quel figlio di Crono statuario, dato appena in tempo alla luce affinche' potesse assistere a una delle battaglie greche tra le piu' mitiche di tutti i tempi.

Ripeto forse, perche' non e' certo. Ma la coincidenza e' assai tentatrice e difficile e' convincersi che non sia reale e che in qualche modo i due eventi non abbiano avuto qualcosa in comune. Cosi' la storia ci viene in aiuto e ingigantisce il dubbio che prende sempre piu' forma definita, quel dubbio che il Cronide e la guerra combattuta intorno all'Eubea abbiano avuto un contatto.

La guerra aspra, combattuta per terra ma soprattutto per mare, dove il Dio Poseidone ebbe ruolo predominate, distruggendo a colpi di tempesta circa 200 navi persiane in una sola notte e contrastando per tutto il periodo della campagna persiana, la loro flotta. Un castigo che il Dio del mare o chi per lui, volle inequivocabilmente infliggere agli invasori. E' un dato certo che se cio' non fosse stato, la guerra avrebbe avuto altro esito.


Cronide, scultura in bronzo – 480-470 a.c. (particolare)


Cosi' ritorniamo al maestro scultore di Capo Artemisio, che forse in fretta, saputa dell'imminente invasione persiana, proprio nel 480 a.c. si concentro' sulla creazione di una statua magnifica in bronzo per onorare il Dio Poseidone, dalla mano sollevata, delicata nella posa del lancio di giavellotto o tridente piuttosto che di saetta. L'artista greco lo omaggio' cosi', lui che regnava sulle acque tutt'attorno all'isola di Eubea affinche' li proteggesse.

E forse allora si puo' capire i dubbi di chi rinvenne nel 1928 la meraviglia bronzea nei pressi di quelle coste, accanto si' al relitto di una nave romana affondata, ma ben piu' di due secoli dopo, nel 200 a.c..

Le operazioni di recupero infatti non hanno mai chiarito se il Cronide facesse realmente parte dei passeggeri di quel vascello o se invece fosse li' accanto, immune al tempo e al mare, unico superstite di una sciagura molto piu' antica.

Forse allora fu effettivamente l'effige di Poseidone che venne ricamata nel bronzo alla vigilia della seconda Guerra Persiana, e forse veramente l'esercito greco stanziato a Capo Artemisio, abbandono' il posto quando seppe della morte di Leonida e dello sfondamento da parte dei Persiani alle Termopili. Forse, il Cronide cadde nelle mani saccheggiatrici dei marinai persiani ma il Dio effigiato non volle mutare di patria e affondo' assieme all'imbarcazione persiana nei pressi di Capo Artemisio tra le acque amiche.

Quindi davvero il traghettatore del Cronide non era il vascello romano affondato ma bensi' una nave nemica persiana. Scambiato per bottino di Guerra, Poseidone aveva usato l'invasione dei suoi nemici per tornare nei suoi domini marini e non gli aveva risparmiato atroce castigo per le loro nefaste imprese.

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Ogni avvenimento, data, personaggio storico di questo racconto e' reale, ogni mito o leggenda riscontrabile (cito una fonte per tutte: Wikipedia), a queste ho aggiunto le mie considerazioni tra la storicita', l'ipotesi e la fantasia.




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